BARNUM – THE GREATEST SHOWMAN
BARNUM E IL SUO MONDO STRAORDINARIO
Barnum: un nome, una legenda.
Decisi di guardare “The Greatest Showman” perché fui colpito dalla canzone colonna sonora “Never Enough”. Una volta iniziato il film, ho scoperto, in primis, che è in linea con il nostro manifesto e con la nostra vision riguardo la comunicazione. Poi, un mondo che mi ha incantato: quello, appunto, di P.T. Barnum. Wow!
Parlare in poche righe di Barnum è quasi impossibile: verrebbero tralasciati molti dettagli, quelli che fanno la differenza. Ma proverò a rendervi l’idea…
Barnum era uno che non si accontentava di ciò che aveva. Voleva di più e voleva che le persone restassero a bocca aperta di fronte alle sue “gesta”. Ogni obiettivo che Barnum si prefiggeva, riusciva a portarlo a termine con successo.
Impresario dello spettacolo, umanista, capostipite della cultura pop, giornalista, sindaco e perfino scrittore! Il suo libro autobiografico, “The life of P.T. Barnum” del 1855, divenne un best-seller in America. Fu il libro più venduto dopo la Bibbia e scusate se è poco!
Barnum è stato un po’ il precursore del mondo moderno, dell’intrattenimento come lo conosciamo oggi, del marketing e della comunicazione, quella efficace.
IL FILM “THE GREATEST SHOWMAN”
Il film “The Greatest Showman” mette in scena la realtà di Barnum e ci illustra come l’ambizioso ragazzo sia riuscito a costruire il suo modello di business, quello dello spettacolo. Proiettiamoci con la mente a New York, anno 1841…
Barnum era un giovane impiegato che desiderava offrire più di quanto potesse alla moglie e alle sue due figlie. Spinto da questo desiderio e dalla volontà di creare qualcosa di straordinario, Barnum acquistò grazie ad un prestito bancario l’American Museum, che già allora era pieno di oggetti e animali provenienti da tutto il mondo.
Sotto suggerimento delle figlie, pensò di inserire anche i “freaks” all’interno del museo: i diversi, esseri umani deformi o con abilità straordinarie, pensando di farli esibire per degli spettacoli decisamente sorprendenti! Mettendoli al centro della scena, Barnum voleva anche abbattere quel muro sociale/razzista che divideva i freaks dal resto della società, facendoli così diventare agli occhi di tutti persone “normali”.
Nel 1871 Barnum diede il via ai suoi spettacoli “freaky”, mettendo in scena “The Greatest Show on Earth”. Si faceva chiamare “The Prince of Humbugs”, il principe dei farabutti. Credo che il nome non sia stato scelto a caso, dato che la stampa perbenista dell’epoca lo attaccava per via dei suoi show controversi. Ma per Barnum, le critiche della stampa non erano mai state un problema. Più si parlava dei suoi show, anche se male, più la gente era incuriosita. Barnum diventa, così, il primo showman circense a mettere in scena lo strano. Il pubblico adorava i suoi spettacoli, sempre allucinanti e mai banali.
BARNUM E LA COMUNICAZIONE EFFICACE
Come raggiunse un pubblico così vasto? Attraverso le sue trovate pubblicitarie. Essendo un abile copywriter, fece della sua scrittura un valido strumento di persuasione, facendo pubblicità ai suoi show con locandine e volantini a dir poco sorprendenti.
Vediamo alcuni esempi di come Barnum è riuscito a fare branding come nessuno prima di lui, ovvero “Iranistan” e la storia dell’Uomo dei Mattoni!
Iranistan era la casa di campagna di Barnum. Chi arrivava a New York in treno da ovest ci passava davanti. Di fronte a quella festa di minareti, cupole, richiami orientali e un elefante a trainare l’aratro per i campi, le persone rimanevano sbalordite. Lo scopo di Barnum era proprio incuriosire i viaggiatori a tal punto che, una volta giunti in città, si precipitassero a visitare il museo, rinominato “Barnum’s Circus”.
L’altra geniale trovata pubblicitaria di Barnum, che si rivelò super efficace per le vendite dei biglietti per i suoi spettacoli, fu quella dell’uomo e dei mattoni.
Barnum assunse un uomo modesto, che era in cerca di lavoro per guadagnarsi il pane, dandogli un compito ben preciso: sistemare dei mattoni lungo le vie che circondavano il suo museo e fare avanti e indietro scambiando di volta in volta i mattoni da un punto a un altro. Il tutto facendo finta di esser sordo e non dando retta ad alcun tipo di domanda o richiesta di informazione. Dopo la prima ora di lavoro, attorno al museo di Barnum si erano radunate circa 500 persone, curiose di capire perché l’uomo si comportava in quel modo. Alcune tra le persone che si erano fermate davanti al museo Barnum per seguire l’uomo dei mattoni, compravano il biglietto d’ingresso per vedere cosa nascondesse l’edificio e cosa facesse l’uomo lì dentro.
Insomma, un Funnel Marketing d’altri tempi, o no?!
Ci sarebbe ancora tanto da dire su Barnum e su come sia stato uno straordinario uomo d’affari: le sue genialate, il modo in cui riusciva a persuadere le persone ad acquistare i biglietti per i propri spettacoli sono fonte d’ispirazione ancora oggi per molti Marketers ed esperti di comunicazione.
Una personalità interessante, da studiare e conoscere oltre la finzione cinematografica.
Grazie, Barnum!